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Cari lettori, con questo post intendo spiegare la storia e il significato e il nome di questo spazio, "CyberVerso", perché siano chiare le nostre radici e la strada che da esse vogliamo intraprendere.
Il risveglio digitale di una generazione
La mia generazione (la prima generazione dei cosiddetti “nativi digitali”) è diventata adulta in un mondo che stava vivendo (per certi versi “subendo”) alcuni cambiamenti radicali a livello sociale, politico ed economico. L'inizio del millennio è stato un momento di risveglio collettivo e di riscoperta di un attivismo sociale dai nuovi e più ampi orizzonti “globali”. Siamo stati, infatti, la generazione che è cresciuta all’ombra della “disillusione” che le grandi ideologie del secolo scorso avevano lasciato nelle precedenti generazioni, deluse rispetto alle promesse disattese, anche dai tradizionali partiti politici che a quelle ideologie si ispiravano. Tutto questo ha contribuito a rendere il nostro futuro incerto, facendoci percepire la fragilità e l’inefficacia delle forme dell’agire collettivo già sperimentate, proprio nel momento in cui. i modelli economici predominanti stavano dimostrando tutti i loro limiti e contraddizioni. In questo contesto di crescente emarginazione, Internet e la tecnologia sono stati interpretati non solo come strumenti per liberare l’informazione e la conoscenza, ma anche come un modo per liberarsi dall'isolamento, per conoscere nuove persone e creare comunità con cui cercare di costruire un futuro sostenibile ed una società più equa ed inclusiva.
Tuttavia anche questa, purtroppo, si sarebbe rivelata presto un’illusione, ma su tale riflessione avremo modo di tornare in un secondo momento.
Spazi digitali come arene per la comunità
L’inizio del millennio, come dicevamo, è stata una stagione profondamente influenzata dalla cultura hacker e da gruppi pionieristici come Cult of the Dead Cow, L0pht Heavy Industries, il Chaos Computer Club e, in Italia, dalla e vivace comunità hacker nazionale, come ad esempio ECN ed A/I, che si riuniva ogni anno durante gli hackmeeting. Erano più che appassionati di tecnologia: questi collettivi e movimenti hanno rappresentato lo spirito di attivismo e di costruzione di comunità che ha definito la nostra generazione. I primi anni 2000, infatti, hanno visto l'emergere, da un lato, di movimenti sociali che cercavano di affrontare temi fondamentali per il futuro della società come l’emergenza climatica, le migrazioni di massa, la tassazione sulle transazioni finanziarie, il diritto alla salute e i brevetti sui farmaci, l’acqua pubblica, l’agricoltura e la sovranità alimentare, e, dall’altro lato, di nuovi strumenti e piattaforme di comunicazione digitale che hanno ridefinito il rapporto tra tecnologia, politica e attivismo. Questi movimenti, nonostante i loro limiti, hanno dimostrato come fosse possibile utilizzare la rete per istruirsi, agitarsi e organizzarsi in vista di obiettivi comuni. Hanno mostrato come il mondo digitale possa servire da piattaforma per il ri-lancio del discorso politico e la trasformazione della società.
Cyber: Abbracciare la rivoluzione digitale
Se queste sono le nostre radici più recenti, occorre sottolineare come il termine "cyber" affonda le sue radici nella parola greca "κυβερνήτης" (kybernētēs), che significa "timoniere" o "governatore". È apparso per la prima volta nel contesto della tecnologia nel campo della cibernetica, coniato dal matematico Norbert Wiener negli anni '40 del secolo scorso per descrivere lo studio del controllo e della comunicazione negli animali e nelle macchine. Evolvendosi nel corso dei decenni, "cyber" è diventato sinonimo di tecnologia informatica e controcultura hacker, soprattutto grazie alla letteratura cyberpunk come il romanzo "Neuromante" di William Gibson ha reso popolare il termine "cyberspazio" negli anni Ottanta.
Il "Cyber" di "Cyberverso" è un riferimento a questo contesto di cambiamento e alla cultura hacker all’italiana che ha segnato la mia formazione e quella della mia generazione. Questo termine incapsula la fusione tra tecnologia e attivismo, riecheggiando il modo in cui i collettivi hacker e i movimenti digitali ci hanno fornito nuove vie di espressione, connessione e cambiamento. Simboleggia per me la transizione dall'isolamento alla comunità, dal silenzio alla voce, nel regno digitale.
Verso: espandere la nostra visione e il nostro raggio d'azione
Il suffisso "Verso", che suggerisce 'universo', rappresenta l'ampia portata del nostro dialogo e delle nostre aspirazioni. In “Cyber Verso”, vediamo la tecnologia come un mezzo per raggiungere obiettivi sociali, riflettendo lo spirito di una generazione determinata a sfruttare i progressi digitali per l'attivismo politico, la giustizia sociale e la costruzione di comunità. Questo spazio è dedicato all'esplorazione del modo (dei modi) in cui la tecnologia si interseca con l'economia, la politica e la società, con l'ambizione di creare un futuro più equo e inclusivo.
CyberVerso: una convergenza di tecnologia, comunità e speranza
Quindi, "Cyber Verso" è molto più di un nome di un sito web. Vuole incarnare il viaggio di una generazione che ha usato la tecnologia per rompere l'isolamento e costruire comunità. Unisce le nostre prime esperienze digitali, plasmate dall'innovazione tecnologica e da un paesaggio politico unico, con la nostra missione attuale di sfruttare la tecnologia per il cambiamento sociale.
Perché scrivere? La prospettiva politica.
Per questo, “Cyber Verso” avrà una prospettiva eminentemente politica.
Le questioni centrali che riguardano l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale della società si intrecciano con le questioni cruciali che da decenni bloccano il nostro Paese, soffocandone lo sviluppo proprio in danno alle future generazioni, che scontano livelli sempre più elevati di ingiustizia economica e sociale. Queste questioni devono pertanto essere affrontate con una scelta di campo netta e con un ribaltamento di prospettiva, ripartirtendo da pochi temi centrali e decisivi, da porre alla base di un nuovo patto sociale: lavoro, sviluppo, ecologia e lotta alle disuguaglianze e misurando, su questi, l’incidenza delle innovazioni tecnologiche
Per questa via, riteniamo possibile fornire un contributo, piccolo o grande che sia, alla costruzione di una nuova cultura della tecnologia e della trasformazione digitale della società, alternativa rispetto ad una cultura dominante appiattita - su questi temi - su posizioni vetuste e stantie, spesso polarizzate intorno alla “paura del nuovo” e degli irreversibili cambiamenti che questo possa comportare cui si contrappone soltanto un’acritica esaltazione di singole innovazioni o processi trasformativi, presentati come positivi in quanto tali, ed inevitabili nella loro estrinsecazione concreta, senza alcuna riflessione circa le diverse possibilità che questi aprono e/o volontà di governare il processo di cambiamento, orientandolo nella prospettiva della costruzione di una società più equa e più giusta.
English Version
Dear readers, with this post I intend to explain the history and meaning and the name of this space, "CyberVerso", so that our roots and the path we wish to take from them are clear.
The Digital Awakening of a Generation
My generation (the first generation of so-called "digital natives") came of age in a world that was experiencing (in some ways "suffering") some radical changes on a social, political, and economic level. The beginning of the millennium was a moment of collective awakening and a rediscovery of social activism with new and broader "global" horizons. We were, in fact, the generation that grew up in the shadow of the "disillusionment" that the great ideologies of the last century had left in previous generations, disappointed with unfulfilled promises, even by the traditional political parties inspired by those ideologies. All of this contributed to making our future uncertain, making us perceive the fragility and ineffectiveness of the forms of collective action already experienced, precisely at a time when the predominant economic models were demonstrating all their limits and contradictions. In this context of growing marginalization, the Internet and technology were interpreted not only as tools to liberate information and knowledge, but also as a way to free ourselves from isolation, to meet new people and create communities with which to try to build a sustainable future and a more equitable and inclusive society.
However, even this, unfortunately, would soon prove to be an illusion, but we will have the opportunity to return to this reflection at a later time.
Digital Spaces as Arenas for the Community
The beginning of the millennium, as we said, was a season deeply influenced by hacker culture and pioneering groups such as Cult of the Dead Cow, L0pht Heavy Industries, the Chaos Computer Club, and, in Italy, by the lively national hacker community, such as ECN and A/I, which met every year during the hackmeetings. They were more than just technology enthusiasts: these collectives and movements represented the spirit of activism and community building that defined our generation. The early 2000s, in fact, saw the emergence, on the one hand, of social movements that sought to address fundamental issues for the future of society such as the climate emergency, mass migration, taxation on financial transactions, the right to health and drug patents, public water, agriculture and food sovereignty, and, on the other hand, of new digital communication tools and platforms that redefined the relationship between technology, politics, and activism. These movements, despite their limitations, demonstrated how it was possible to use the network to educate, agitate, and organize for common goals. They showed how the digital world could serve as a platform for the re-launch of political discourse and the transformation of society.
Cyber: Embracing the Digital Revolution
While these are our most recent roots, it should be emphasized that the term "cyber" is rooted in the Greek word "κυβερνήτης" (kybernētēs), meaning "helmsman" or "governor." It first appeared in the context of technology in the field of cybernetics, coined by mathematician Norbert Wiener in the 1940s to describe the study of control and communication in animals and machines. Evolving over the decades, "cyber" has become synonymous with computer technology and hacker counterculture, especially thanks to cyberpunk literature such as William Gibson's novel "Neuromancer" which popularized the term "cyberspace" in the 1980s.
The "Cyber" in "CyberVerso" is a reference to this context of change and to the Italian-style hacker culture that shaped my formation and that of my generation. This term encapsulates the fusion of technology and activism, echoing the way hacker collectives and digital movements provided us with new avenues for expression, connection, and change. For me, it symbolizes the transition from isolation to community, from silence to voice, in the digital realm.
Verso: Expanding Our Vision and Reach
The suffix "Verso," suggesting 'universe,' represents the broad scope of our dialogue and aspirations. In "Cyber Verso," we see technology as a means to achieve social goals, reflecting the spirit of a generation determined to leverage digital advancements for political activism, social justice, and community building. This space is dedicated to exploring the way(s) in which technology intersects with economics, politics, and society, with the ambition of creating a more equitable and inclusive future.
CyberVerso: A Convergence of Technology, Community, and Hope
So, "Cyber Verso" is much more than just a website name. It aims to embody the journey of a generation that used technology to break isolation and build communities. It combines our early digital experiences, shaped by technological innovation and a unique political landscape, with our current mission to leverage technology for social change.
Why write? The Political Perspective.
For this reason, "Cyber Verso" will have an eminently political perspective.
The central issues concerning technological innovation and the digital transformation of society are intertwined with the crucial issues that have been blocking our country for decades, stifling its development precisely to the detriment of future generations, who face increasingly high levels of economic and social injustice. These issues must therefore be addressed with a clear stance and a change of perspective, starting from a few central and decisive themes to be placed at the base of a new social pact: work, development, ecology, and the fight against inequality, and measuring the impact of technological innovations on these.
In this way, we believe it is possible to contribute, however small or large, to the construction of a new culture of technology and the digital transformation of society, alternative to a dominant culture that is – on these issues – flattened on outdated and stale positions, often polarized around the "fear of the new" and the irreversible changes it may entail, countered only by an uncritical exaltation of individual innovations or transformative processes, presented as positive in themselves and inevitable in their concrete expression, without any reflection on the different possibilities they open up and/or the will to govern the process of change, orienting it towards the construction of a more equitable and just society.